Prosegue la serie delle 'mostre temporanee’ a Palazzo Romagnoli, all’ interno del percorso denominato Grande Romagna, con l’obiettivo di far conoscere al pubblico opere novecentesche della Pinacoteca Civica attualmente conservate nei depositi o collocate in altri edifici pubblici cittadini.
Alle ultime 'monografiche’ dedicate a Giovanni Marchini e a Carmen Silvestroni, fa seguito ora una rassegna tematica centrata sul Ritratto, genere pittorico e plastico che risulta assai ricorrente nella raccolta comunale. Vi figurano specialmente esemplari di esponenti del 'Cenacolo Forlivese’ d’inizio secolo, ma anche di artisti delle generazioni successive, con le effigi di personaggi di ambito familiare o anche della sfera pubblica.
Non mancano gli Autoritratti, ed è proprio questo il file rouge che collega fra loro gli esemplari scelti per l’odierna esposizione, ulteriormente impreziosita da dipinti e sculture raffiguranti volti di artisti dell’ambiente forlivese.
Quattordici opere sono presenti nell’odierna rassegna, dall’autoritratto di Pietro Angelini e a quello di Giovanni Marchini, a suo volta raffigurato in bronzo nel 1920 da Bernardino Boifava, che il visitatore può ammirare nelle prime due sale del percorso espositivo della Grande Romagna.
Si va da un curioso busto in terracotta policroma del celebre scultore palermitano Ettore Ximenes con il ritratto del talentuoso pittore d’origine forlivese Francesco Vinea al non meno attraente Autoritratto nello studio del forlimpopolese Sante Malmesi, risalente anch’esso all’ultimo scorcio del secolo diciannovesimo.
Dei ?cenacolisti’ forlivesi figura in mostra, oltre ai ritratti a se stessi eseguiti da Angelini nel 1919 e da Carlo Stanghellini nel 1923, un busto col volto della pittrice Gianna Nardi Spada in gesso plasmato e patinato da Boifava nel 1938, insieme con un altro ritratto dell’artista eseguito ad olio da Maceo Casadei.
Di Maceo, appartenente anch’egli al 'cenacolo’ all’esordio della propria carriera artistica, si possono inoltre ammirare un Ritratto di Carlo Stanghellini del 1924 ed un Autoritratto del 1964.
Il volto del migliore allievo di Maceo, Gino Mandolesi (1915-1955) è invece raffigurato in un delicato disegno acquarellato dall’artista in età giovanile.
A se stessi intitolati sono poi i ritratti di altri ottimi pittori d’origine forlivese: Edgardo Zauli Sajani, Amilcare Casati e Alfredo Zoli.
Archivio esposizioni temporanee