Nei primi mesi del 1931 il marchese Raniero Paulucci de Calboli, senatore ed ambasciatore del Regno, lasciava in testamento alla città una generosa donazione comprendente anche la collezione di sculture dell’artista milanese Adolfo Wildt (1868-1931).
Esposta in questa sala per la prima volta in forma completa, la raccolta è generalmente considerata tra le più rappresentative della scultura di un artista, a lungo trascurato dalla critica d’arte per la presunta vicinanza della sua opera alla retorica imperante negli anni Venti e Trenta.
Iniziata la carriera come "sbozzatore" di statue nello studio dello scultore Giuseppe Grandi, Wildt è stato autore di grandi opere celebrative e cimiteriali. A partire dal 1923 Wildt ha insegnato scultura all’Accademia di Brera di Milano.
Le opere in mostra si riferiscono ad un arco di tempo non breve dell’attività di Wildt, che va dalla Maschera del Dolore (o Autoritratto) del 1908/1909 al San Francesco ed alla Santa Lucia del 1926.