titolo egitto

 

Egitto mai visto
Le dimore eterne di Assiut e Gebelein
Forlì, Musei San Domenico

 

11 settembre 2010 - 9 gennaio 2011
Inaugurazione il 10 settembre, ore 18.00


 

 

All’inizio del secolo scorso la Direzione del Regio Museo Egizio di Torino iniziava una fortunata campagna di scavi, che riportava la collezione di antichità egizie della città tra le sedi privilegiate degli studi egittologici, in continuità con il ruolo rivestito al tempo della sua formazione, nel 1824, con l’acquisto della  prestigiosa collezione Drovetti, straordinaria per quantità e qualità di materiali.

 

Assiut fu una delle aree archeologiche dove, come avvenne a Gebelein, furono condotte fruttuose campagne di scavo fra 1906 e il 1913 che riportarono alla luce una serie straordinaria di materiali, particolarmente significativi per la conoscenza di un specifico periodo della civiltà egizia tra la fine del III millennio a. C., l’epoca gloriosa del tempo della costruzione delle grandi piramidi di Giza e Saqqara (Antico Regno), e l’inizio del II millennio a. C., avvio di una nuova fase di floridezza economica (Medio Regno). Tra i due periodi si collocano secoli di crisi politica del potere centralizzato ed affermazioni di autonomie locali con reciproche alleanze. E’ l’epoca che chiamiamo Primo Periodo Intermedio. Assiut è uno dei centri attivamente partecipe di questi eventi e gli oggetti riportati alla luce rivelano continuità e innovazioni nel quadro della vivacità ed operosità di vita e lavoro restituitaci dalla straordinaria produzione di piccole sculture in legno, vera e propria ricreazione in miniatura del vissuto quotidiano.

 

La presentazione degli scavi è stata anche occasione di particolari riflessioni di scambi e interrelazioni culturali tra altre civiltà in epoche anche diverse. Sono contributi che inducono a riflettere sulle forme e i modi del confronto tra culture, dalle tradizioni centro africane ed alto nilotiche talora ancora attuali, fino alla estesa koinè metallurgica, che tra la fine dell’età del Bronzo Recente e gli inizi di quello Finale (XIII-XII sec. a.C.), caratterizza il Centro Europa e il Mediterraneo, coinvolgendo anche l’Egitto. Analogamente il complesso significato degli occhi sacri del dio, dipinti sulle fiancate dei sarcofagi allo scopo di consentire al defunto di guardare alla vita, ci porta a considerare oltre l’Egitto il mondo mediterraneo dalla Grecia, a Creta alla Sicilia e più in generale l’Italia antica "con l’occhio ad altre culture" ove il tema degli occhi figura con altrettanto suggestiva evocazione di protezione e salvezza.

 

L’esposizione delle scoperte degli scavi di Assiut, in gran parte inediti, è integrata da una serie di reperti di età successiva selezionati tra le antichità egizie della raccolta torinese per completare aspetti e temi di particolare interesse per il pubblico scolastico.

 

La mostra ha infatti inteso dedicare anche uno speciale spazio alle attività formative dedicate al pubblico giovanile per la loro importanza nell’educazione ad un civile sentire di cui il bene culturale è ragione e fondamento. L’impegno didattico è stato peraltro uno dei settori che ha fortemente contraddistinto l’azione dell’ex-Soprintendenza al Museo delle Antichità Egizie, attualmente accorpata alla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e Museo Antichità Egizie, anch’essa impegnata nella formazione scolare. La costanza e pratica educativa  al bene culturale è stata anche linea di azione specifica della Società Cooperativa Archeologica che insieme alla Start Management ha elaborato e condiviso con la Soprintendenza  il piano scientifico della manifestazione.

 

Elvira D’Amicone
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie


Massimiliana Pozzi Battaglia
S.C.A. - Società Cooperativa Archeologica